Delusione Negoziare è più difficile L'agenzia di rating “Standard & Poor's”, appena saputo il risultato del referendum ad Atene ha previsto anni di recessione per la Grecia in caso di uscita dall'area monetaria e contraccolpi sull'indebitamento di altri paesi, manco a dirlo, primo fra tutti l'Italia. Secondo il "Financial Times", ad esempio, il governo italiano guidato da Matto Renzi: potrebbe trovarsi a gestire il risentimento generalizzato contro la politica e compromettere il processo di riforme. Si capisce allora per quale ragione il premier italiano, da dietro le quinti abbia provato per ben tre volte a far tornare Alexis Tsipras al tavolo delle negoziazioni europee, e fino a mercoledì mattina ha cercato di scongiurare il referendum. Solo quando il referendum è stato certo, Renzi si è schierato con gli oppositori del governo di Syriza, trovandosi così persino fra gli sconfitti dal voto, una cosa che il premier italiano detesta. Questo mentre i suoi principali oppositori, esultavano per la vittoria di Tsipras, una vittoria sorprendentemente facile, soprattutto rispetto ai sondaggi che parlavano di un testa a testa fra il si ed il no fino all’ultima scheda. Incassato il risultato referendario, il capo dell'esecutivo di Atene ha detto di avere due priorità: la riapertura delle banche e la ripresa dei negoziati per il salvataggio, solo che adesso la maggior parte dei creditori potrebbe essere meno disponibile di prima a concedere sgravi. Per cui se entro il 20 luglio, quando scade il termine per la restituzione di 3,5 miliardi di euro alla Banca centrale europea, non ci sarà un piano attendibile, l'ipotesi Grexit diventerà una realtà concreta. Per il “Financial Times” Tsipras, “porterà per sempre la responsabilità di aver gettato via le migliori carte che aveva”. Invece di negoziare un nuovo accordo di salvataggio basato di più sulla crescita invece che sull'austerità; a parere del quotidiano britannico, ha accentuato le divisioni politiche all'interno della società greca, già provata da anni di recessione. Tsipras e, Syriza, hanno giocato d'azzardo col futuro dei loro connazionali e a questo punto la Grecia è entrata in una terra di nessuno, dove tutto potrebbe accadere. La cosa più plausibile resta una grande delusione, visto che i partner internazionali sono rimasti scottati dal voto e negoziare, oggi sarà più difficile, non più facile. Roma, 6 luglio 2015 |